Il rapporto di lavoro di badanti e domestici


badante

Il rapporto di lavoro domestico si caratterizza più di ogni altro rapporto lavorativo, da un lato, per lo stretto vincolo di fiducia che si insatura tra le parti e, dall’altro, per l’attività lavorativa fortemente usurante  richiesta al lavoratore, spesso “costretto” a vivere lontano dai propri affetti per molto tempo.

In un tale ambito è frequente che i lavoratori domestici, colf e badanti siano assicurati (quando non prestano servizio al nero) per un numero di ore inferiore rispetto a quelle effettivamente lavorate.

E’ altresì frequente che molte di queste svolgano attività di assistenza notturna o comunque convivano insieme al soggetto assistito.

Sia l’assistenza che la semplice presenza notturna devono essere specificatamente retribuite, come previsto dalla contrattazione collettiva.

Tali prestazioni non trovano sempre un corretto riscontro retributivo.

Lo Studio, che vanta una notevole esperienza nel settore, è in grado di procedere autonomamente ed in tempi rapidi alla ricostruzione dell’intero percorso lavorativo ed alla elaborazione dei conteggi delle spettanze maturate dal lavoratore nel corso del rapporto.

Queste attività rappresentano il necessario punto di partenza per una eventuale vertenza.

Gli elementi necessari per procedere alla elaborazione dei conteggi sono:

  • L’orario di lavoro in concreto seguito
  • Le attività lavorative in concreto prestate
  • La circostanza che la persona per cui si presta servizio sia autosufficiente o meno (l’assistenza a persone non autosufficienti comporta una mole di attività molto più ampie che devono essere correttamente retribuite).

Laddove si dovesse procedere con una causa di lavoro, si tenga presente che sarà necessario essere in grado di dimostrare le suddette circostanze.

Spetta, infatti, al lavoratore dimostrare la fondatezza delle proprie pretese.

Generalmente le fondatezza e la forza di una causa promossa da una badante o da un lavoratore domestico si basa sulla possibilità di indicare il più elevato numero di testimoni che siano in grado di confermare gli orari di  lavoro in concreto seguiti, le attività svolte e l’eventuale condizione di autosufficienza psichica e/o fisica della persona al cui servizio si è lavorato.

Alcuni aspetti di primaria importanza:

  • nelle cause di lavoro con l’atto introduttivo devono essere prodotti tutti i documenti e devono già essere stati indicati  tutti i testimoni. Non si possono indicare i nominativi di altri testimoni in un secondo momento.
  • mai avvisare prima il testimone.
  • nelle cause di lavoro domestico i testimoni migliori sono quelle persone che hanno frequentato con continuità gli ambienti domestici (come ad esempio il medico di famiglia).