Ordinanza ingiunzione Inps: quali documenti servono per l’opposizione?


Sempre più massivo l’impatto che l’invio delle ordinanze ingiunzioni relative al mancato versamento dei contributi per gli anni che vanno dal 2010 al 2015 sta creando nei confronti di molti ex amministratori e società.

Stanno arrivando tutte dopo anni dai fatti al punto che i malcapitati non riescono più a ricostruire la loro posizione debitoria nei confronti dell’INPS.

Della questione ci siamo già occupati alcune settimane fa con uno specifico articolo, ma la pioggia di provvedimenti continua e quindi abbiamo deciso di dare il nostro contributo a chi ne avesse necessità.

Un caso di studio si è rivelato addirittura particolarmente interessante in quanto con la collaborazione di un collega abbiano rinvenuto una vecchia sentenza penale che aveva assolto con formula piena il nostro assistito.

Stiamo verificando le circostanze, ma l’anno è il medesimo e gli importi nelle ordinanze ingiunzione che pervengono agli interessati sono solitamente prive di riferimenti contributivi e contabili.

Ci permettiamo, alla luce del fenomeno tutto concentrato in poche settimane, di elencare i documenti che reputiamo essenziali per potersi rivolgere utilmente ed in modo celere all’avvocato di fiducia così da agevolarlo nei ristrettissimi tempi che la procedura consente. I giorni a disposizione sono soltanto 30, decorrono dalla data di notifica e sono tassativi.

Le cose da fare senza ritardo

  1. Occorre individuare immediatamente quanti e quali sono, per ciascun soggetto, i provvedimenti da impugnare;
  2. Si devono verificare subito le date di effettiva notifica (non ti preoccupare delle citazioni indicate negli atti che farebbero risalire al 2017 alcune notifiche) mediante consultazione del sito delle poste https://business.poste.it/professionisti-imprese/cerca/index.html#!/
  3. Occorre fin da subito scadenzare i tempi di lavorazione considerando che i termini per opporsi sono 30 giorni;
  4. Va assolutamente evitato che dei trenta giorni di tempo 29 vengano assorbiti dal processo decisionale (del tipo presento o non presento ricorso)  e poi ai professionisti venga richiesta una prestazione così impegnativa in poche ore;
  5. Occorre, per quanto possibile seppure a distanza di tempo, verificare se veramente i fatti si sono verificati ed al tempo dell’omesso versamento delle ritenute il destinatario del provvedimento da impugnare aveva la titolarità del rapporto di lavoro;
  6. Occorre verificare se nel periodo precedente alla riforma depenalizzante l’autore del fatto od il soggetto datoriale (es. la società) abbia o meno effettuato il pagamento delle ritenute;
  7. Devono essere considerate e documentate oltre che le ragioni di merito anche quelle relative alla necessità di far sospendere il ruolo esattoriale che caratterizza il provvedimento sia in senso personale se agisce solo l’autore del fatto che in senso datoriale se si oppone per la solidarietà anche la società. In sintesi devono essere possibilmente illustrati i gravi motivi che esporrebbero i ricorrenti a un danno grave e irreparabile;
  8. Deve essere tentata una ricerca di eventuali pagamenti effettuati nel tempo ovvero procedure di condono attivate nel decennio precedente da parte della ditta o società;
  9. Devono essere ricostruiti i ricordi di eventuali casi di procedimenti penali con assoluzioni per i medesimi fatti ed annualità;
  10. occorre coordinarsi con altri destinatari dei provvedimenti riguardanti la medesima posizione per poter condividere gli eventuali costi delle procedure giudiziali;

Documenti da ricercare con urgenza ai fini della proposizione dei ricorsi

  1. Visura camerale storica della posizione sanzionata;
  2. Tutte – ma proprio tutte – le notifiche pervenute con relativa documentazione della data di ricevimento (estratto del sito poste) divise per soggetto. Facciamo l’esempio di una snc con due soci che ricevono in tutto 12 notifiche: – 3 notifiche riguarderanno il socio A, 3 il socio B e 6 la società che viene chiamata in solido;
  3. Isee personale, mutui in corso, procedure esecutive debitorie, comunicazioni di rientri bancari ed altre situazioni capaci di dimostrare un disagio economico che possa sostenere la richiesta di sospensione del ruolo che il Giudice prenderà in considerazione solo a fronte di concrete prove il cui onere è a carico del ricorrente;
  4. Ogni altro documento che la questione richiede nello specifico (es. atti di sollecito ricevuti – se ci sono – ecc…);
  5. Avendo cura di individuare bene i soggetti per i quali si agisce occorre procurarsi il mandato alle liti specificando se viene conferito a titolo personale (es. quando ad agire è l’autore del fatto) o come società compulsata per la solidarietà;

Altri suggerimenti

E’ da evitare che la ricerca di un documento non essenziale faccia perdere giorni preziosi per la redazione degli atti in quanto se si gestisce il tempo consumando quello a disposizione del consulente del lavoro e dell’avvocato che è opportuno collaborino, all’avvocato potrebbe non rimanere più tempo sufficiente per una esaustiva e tempestiva redazione dell’atto. Quindi su questo suggeriamo sempre la massima attenzione come avviene anche nei casi di avviso di addebito od altre procedure con termini ristretti.

La nostra raccomandazione

MAI CONSUMARE IL TEMPO CHE VA IN SCADENZA PER GESTIRE IN MODO PROLISSO IL PROCESSO DECISIONALE O PER CERCARE DOCUMENTI POCO UTILI

CERCHI ASSISTENZA ?

CONTATTA LO STUDIO

 

About Avv. Vito Tirrito

Avvocato del lavoro. Tutela negli accertamenti INL-INPS-INAIL e nelle cause di lavoro.