Operazioni transfrontaliere – la partecipazione dei lavoratori –


E’ stato pubblicato il decreto legislativo n. 19 del 2 marzo 2023 che allarga il raggio di azione della nota legge 231 in realtà decreto legislativo.

La partecipazione dei lavoratori e la necessità di inserire le procedure nella nuova contrattazione collettiva

Le nuove regole in materia di trasformazione, fusione e scissione delle società in ambito transfrontaliero pongono l’accento sull’importanza della partecipazione dei lavoratori fin dalle fasi iniziali del progetto (art. 8, c. 1, lett. i, e art. 19).

Durante le operazioni transfrontaliere, è esplicitamente prevista la partecipazione dei lavoratori. Questa partecipazione è richiesta se, nei sei mesi precedenti la pubblicazione del progetto di trasformazione, si raggiunge almeno l’80% del numero minimo di lavoratori richiesto per l’attivazione del progetto, secondo la legge dello Stato membro di riferimento. La partecipazione dei lavoratori e il loro coinvolgimento nella definizione dei diritti sono regolati tramite procedure e accordi contrattuali (art. 24, 29 c. 2 lett. d, 33 c, 2 lett. c, 47 c.,  2 lett. d).

Queste regole si applicano anche alle fusioni e alle scissioni, come previsto rispettivamente dall’art. 39 e dall’art. 50.

Tuttavia, tali disposizioni non si applicano alle operazioni in cui non partecipano società di capitali. In questi casi, la società italiana è comunque tenuta ad assicurare la tutela dei diritti di partecipazione dei dipendenti in operazioni future di trasformazione, fusione e scissione, conformemente alle disposizioni del decreto 231/2001 (art. 16, 39, 50).

Operazioni transfrontaliere – L’impatto della nuova normativa con il D.Lvo 231/2001

Abbiamo già affrontato il decreto legislativo 231/2001 sia per gli aspetti penali che per la tutela dei lavoratori che segnalano violazioni di legge. Tuttavia, è necessario ora esaminare l’allargamento delle previsioni normative a nuove materie, concentrandoci in particolare sulle operazioni transfrontaliere.

Le materie alle quali il modello organizzativo delle società deve prestare attenzione sono in continuo cambiamento. Il legislatore concentra sempre più la sua attenzione su di esse, introducendo nuovi limiti per stimolare le società a prendere iniziative preventive prima che si verifichino violazioni dei diritti.

Tuttavia, la prevenzione tramite il modello organizzativo non è sempre facile da attuare. Non è sufficiente affidare il compito a una rinomata società specializzata per ottenere il “perdono” dopo che il fatto si è verificato.

Lo studio di un modello organizzativo valido richiede una conoscenza approfondita delle dinamiche della materia e delle diverse situazioni. È essenziale garantire una corretta distribuzione dei poteri e dei ruoli all’interno dell’azienda, la quale spesso presenta carenze organizzative e strutturali.

L’indebitamento con amministrazioni od enti pubblici è uno dei baluardi delle procedure con le quali si affronta la questione relativa alle fusioni.

Il decreto legislativo, inoltre, affronta la questione attraverso la previsione di specifiche sanzioni amministrative, tipiche della legge 231/2001. Queste sanzioni sono legate alla preventiva certificazione di mancanza di debiti di un certo tipo. È importante considerare i carichi pendenti relativi anche a debiti tributari, contributi previdenziali o premi assicurativi, anche quando non siano stati definitivamente accertati, come stabilito nell’articolo 30.

L’articolo 55 del decreto legislativo n. 19/2023 modifica il testo del decreto 231/2001 stabilendo che per il delitto di false o omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare la sanzione pecuniaria a cui è sottoposta la società varia da centocinquanta a trecento quote.


 

About Avv. Vito Tirrito

Avvocato del lavoro. Tutela negli accertamenti INL-INPS-INAIL e nelle cause di lavoro.