Ubi maior minor cessat, recita un vecchio adagio, ovvero: di necessità, virtù, anche per i marittimi.
È così che devono averla pensata al Mims, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, quando all’inizio di agosto, difronte alla carenza ormai strutturale di personale qualificato che rischiava di interrompere il trasporto dei traghetti, sembra avere autorizzato Grandi Navi Veloci (GNV) ad imbarcare su 8 navi della flotta personale di camera senza i necessari requisiti di imbarco, requisiti definiti dall’essere in possesso di un libretto di navigazione in regola e dall’aver partecipato a tutti i corsi di aggiornamento stabiliti dalla legge.
La cosa ha colpito perché lascia spazio, ancora una volta, ai dubbi relativi all’utilità di una burocrazia che, in un momento di necessità impellente come quello palesato dall’esigenze del trasporto marittimo durante la stagione di punta, cede il passo e ci regala un’istantanea della nostra società di “cassa” che si diletta nello sport dei bolli su bolli corsi su corsi di cui si dovrebbe approfondire caso per caso l’effettiva utilità.
Certo, questo tipo di assunzione pone in prima istanza il problema dell’inquadramento dei marittimi: magari il neo impiegato ha anche frequentato dei corsi formativi e di aggiornamento, ma questi non sono necessariamente idonei a svolgere le funzioni per le quali viene assunto. Nei casi normali quali sono i diritti del lavoratore e qual è il rischio per l’armatore?
Ma come dicevano all’inizio di questo articolo: di necessità, virtù.
E quindi ci fa sorridere la notizia (tutta da verificare nei suoi tratti amministrativi) che sempre il Ministero abbia posto alcuni paletti alla possibilità di reclutare a bordo personale extra-marittimo, vincoli che consistono nell’aver limitato temporalmente questa deroga fino alla fine di settembre, ovvero della stagione; aver intimato agli armatori l’obbligo dimostrare di aver inutilmente cercato personale presso gli uffici della Gente di Mare prima di istare il Mims per l’imbarco di lavoratori sprovvisti dei requisiti; e ovviamente, aver imposto alle compagnie di presentare, entro metà settembre, nuovi progetti formativi e di reclutamento di nuovo personale.
Forse basterebbe, come ha sostenuto a gran voce Gregorio de Falco, senatore uscente ma soprattutto, ufficiale della Guardia costiera reso noto alle cronache per aver intimato al Comandante Schettino di tornare a bordo della Concordia, naufragata davanti all’isola del Giglio: “Se gli armatori pagassero meglio queste figure e si lavorasse bene sulle prospettive professionali, il personale ci sarebbe eccome!”

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