Stiamo attraversando un periodo storico di grande cambiamento: gli scenari socioeconomici delle risorse umane si stanno evolvendo spontaneamente.
Per comprendere meglio questa affermazione è sufficiente analizzare alcune vicende del mondo del lavoro che continuano a ripetersi: sono situazioni apparentemente normali, che fino a qualche anno fa sarebbero state impensabili.
La mia riflessione è iniziata osservando le dinamiche dei rapporti di diversi lavoratori assunti presso aziende in cassa integrazione: facciamo un passo indietro e ripartiamo da qui.
Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, La Cassa Integrazione rientra tra i così detti “Ammortizzatori Sociali”: è opinione diffusa che si tratti di “una serie di misure che hanno l’obiettivo di offrire sostegno economico ai lavoratori“. L’opinione tuttavia non esaurisce in modo sufficientemente esaustivo le finalità della normativa che, come vedremo, mira anche ad altri obiettivi. Alcuni ammortizzatori sostengono i soggetti privi di occupazione (come la NASPI – più comunemente nota con il termine di “disoccupazione”); altri Ammortizzatori, come la cassa integrazione, intervengono in costanza di rapporto di lavoro, ovvero quando il lavoratore è ancora in forza presso l’azienda ma quest’ultima attraversa un momento di difficoltà: non è in grado di garantire al lavoratore la possibilità di svolgere regolarmente la propria prestazione e di essere retribuito.
L’intervento dell’Ammortizzatore sociale offre il suo sostegno temporaneo per tutelare il lavoratore mentre l’azienda si prepara a ripartire.
Ma oggi è davvero così?
Statisticamente nel 2023 sono sempre di più i settori nei quali le risorse umane specializzate sono inferiori ai posti di lavoro che le aziende offrono per loro. Questo rappresenta un cambiamento preponderante nella società: l’offerta di risorse umane è inferiore alla domanda avanzata da parte delle imprese, con tutte le conseguenze matematiche che gli economisti conoscono bene. Ma per noi, rappresenta qualcosa di molto concreto: vuol dire che il lavoratore professionalizzato ha l’opportunità di scegliere il proprio posto di lavoro e che al contrario, per l’azienda non è scontato riuscire a coprire tutte le posizioni aperte con personale sufficientemente preparato.
I nuovi scenari applicati agli ammortizzatori sociali
Se torniamo alla cassa integrazione, dobbiamo chiederci: siamo ancora sicuri che sia “una misura con l’obiettivo di offrire sostegno economico ai lavoratori?“. Forse non più. Forse oggi la cassa integrazione rappresenta uno strumento per offrire sostegno economico anche (e a volte soprattutto) all’impresa. Perché senza questo sostegno, i lavoratori capaci, semplicemente se ne vanno, lasciando sguarniti i settori e gli uffici maggiormente strategici. E senza i lavoratori dei segmenti strategici, l’impresa inevitabilmente muore. Sottovalutare l’importanza delle risorse umane all’interno della struttura organizzativa dell’impresa, potrebbe essere uno degli errori più gravi dell’imprenditore: un errore perfino imperdonabile, se svolto dai professionisti che collaborano con l’imprenditore mettendogli a disposizione il proprio bagaglio di esperienza e conoscenza. Consulenti del Lavoro, Commercialisti e Avvocati, oggi sono chiamati ad alzare la testa dalla scrivania e fare qualcosa di molto più complesso del semplice atto di portare avanti una pratica o elaborare un cedolino: ovvero individuare i cambiamenti della contemporaneità e fornire agli imprenditori gli strumenti adatti per afferrare la chiave di lettura del domani. Perché questo farà davvero la differenza nei prossimi anni.
Strumenti come gli ammortizzatori sociali vanno compresi, analizzati e sfruttati in un’ottica del mercato del lavoro in evoluzione: è fondamentale comprendere il mutamento delle energie del mondo del lavoro e capire che la forza centripeta di ieri, oggi sta diventando una forza centrifuga. Forse la cassa integrazione di ieri era un mezzo efficace per aiutare i lavoratori, il cui moto di energia spingeva verso il centro dell’azienda, grazie alla loro volontà di restare e tenere stretta la propria posizione, con la consapevolezza di un mercato del lavoro povero di una concreta possibilità di ricollocarsi. Oggi la cassa integrazione può essere rivista in un’ottica completamente speculare, ovvero uno strumento per trattenere, per conservare i lavoratori, il cui nuovo moto di energia è quello opposto al passato: partire per cercare un contesto professionale appagante per esprimere al meglio le proprie capacità, consapevoli di un contesto sociale che vede un’elevata domanda di lavoratori da parte delle imprese.
Il periodo di lockdown
Naturalmente esiste sempre l’eccezione che conferma la regola: durante i periodi di lockdown connessi all’emergenza epidemiologica causata dal virus covid-19 i lavoratori in cassa integrazione non avevano alcuna possibilità di scelta. Se la loro azienda era temporaneamente inattiva, con ogni probabilità lo erano anche tutte le altre aziende appartenenti al medesimo settore professionale e i lavoratori non potevano fare altro che attendere. L’attesa, era dunque una soluzione generalmente accettata, salvo per le specializzazioni legate all’informatica. Ma questo periodo in cui lo svolgimento della prestazione è stato sospeso, si è rivelato prodigo di profonde riflessioni, rendendo il cambiamento ancor più inevitabile.
Risorse umane: Imprese che guardano avanti
C’è un vecchio proverbio che recita: “Quando soffia il vento del cambiamento, c’è chi costruisce muri e chi mulini a vento”.
Fortunatamente non mancano esempi di imprese che hanno saputo cogliere l’evoluzione socio economica in corso e che si stanno adeguando con uno spirito positivo e innovativo. Sono le imprese che hanno percepito il vento del cambiamento e che stanno costruendo mulini a vento, fatti di orari flessibili, wellfare aziendale e fringe benefit; sono quelle che lavorano per valorizzare il potenziale delle risorse umane.
Mentre le imprese che stanno cercando di costruire muri per fermare il vento sono inevitabilmente destinate a fallire. Sono quelle che pensano che il margine di utile dell’azienda possa crescere mediante scorciatoie pericolose, come l’evasione contributiva.
Questo studio è propenso ad aiutare le imprese che vogliono cavalcare il cambiamento ed è per questo che siamo attivi nell’ambito delle agevolazioni, della crescita industria 4.0, della finanza agevolata e soprattutto dell’evoluzione che porterà tutto il settore delle comunità energetiche – CER, sul quale siamo pronti a recepire ogni richiesta di contatto per progettare insieme i prossimi passaggi tecnologici e normativi. Ricordiamoci che per ottenere e mantenere i diritti che derivano da tutte queste procedure il DURC è sempre fondamentale.
Riflessioni elaborate in team Avvocato Tirrito e Consulente del Lavoro Stefano Spadavecchia.

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