La normativa estende gli obblighi di green pass a tutti i lavoratori a prescindere dalle mansioni e dalle effettive esposizioni al rischio di contagio in ambito lavorativo.
Per quanto possa servire, è da ritenere che si applichi a tutti i lavoratori dipendenti.
Tuttavia, in considerazione della scarsa ragionevolezza che la caratterizza in ordine alle vigenti previsioni costituzionali si è ritenuto di pubblicare quella che può essere una richiesta di archiviazione da rivolgere al prefetto che difficilmente archivierà il procedimento, ma che costituirà in un successivo ricorso contro l’ordinanza ingiunzione una base di riflessione per chi si troverà a dover pagare la relativa sanzione amministrativa.
E’ evidente che la normativa giustificata dal rischio di contagio non può ignorare situazioni lavorative in cui tale rischio è totalmente assente (abbiamo casi in cui si lavora solo da casa, casi di gruisti che non hanno mai a contatti con terzi e simili) .
In questi casi, pertanto, una limitazione di accesso al lavoro che non segue una logica connaturata all’essenziale, diventa poco comprensibile.
Per questo motivo si ritiene di fornire a chi dovesse trovarsi di fronte a situazioni di verbalizzazione poco plausibile per totale assenza del rischio, un fac simile da utilizzare con il semplice copia e incolla.
Al Sig. PREFETTO di ______________________
Controdeduzioni / richiesta di audizione
art.lo 18 l. 689/1981
Il/la sig. _________________________________ (c.f. __________________________), nat__ a ___________________________________ (______) il _________________ e residente in ______________________________ (______), cap ________________, Via _____________________________, al civico n. _____________,
Contro
Il verbale n. __________________ del ________________________ notificato da parte del comando di ____________________________________________, Via ___________________________________________ ;
In fatto
- il ricorrente è titolare dell’impresa _____________________________________ ( 1), la quale svolge attività di __________________________________ e, in tal senso, è titolare di licenza n. ________________________________________________ del ____________________________, integrata nel ____________________ avente ad oggetto l’attività di ________________________________________________ (Doc. 2)
- In data __________________________________ il Comune di _________________________________ notificava al ricorrente ________________________________________________ ed al suo dipendente Sig. __________________________________ una verbalizzazione relativa alla violazione del D.L. 127/2021 ( 3).
- Con detti verbali venivano contestate le violazioni di cui all’art.lo 3 comma 4 del Decreto legge 127/2021 il quale prevede che “I datori di lavoro di cui al comma 1 (… chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso ai luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde …..) sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2. Per i lavoratori di cui al comma 2 la verifica sul rispetto delle prescrizioni di cui al comma 1, oltre che dai soggetti di cui al primo periodo, è effettuata anche dai rispettivi datori di lavoro.”.
Tutto ciò premesso i ricorrenti, come sopra rappresentati si rivolgono a codesto Ill.mo Sig. Prefetto affinché emetta il decreto di archiviazione per i seguenti
MOTIVI
- Incostituzionalità della norma applicata in attività lavorative in cui è totalmente assente il rischio di contaminazione interpersonale. Art.li 1, 2, 3 e 97 Cost.
La normativa applicata non tiene conto del fatto che l’attività concretamente svolta dai ricorrenti non comporta nel modo più assoluto alcun contatto con altri soggetti né il luogo di lavoro è frequentato da colleghi del lavoratore interessato o da terzi (es. lavoro totalmente svolto in ambito domestico, gruista, autista esentato dal carico e scarico merci merci a cui è assegnato uno specifico mezzo che utilizza solo lui, gruista e simili).
In totale assenza di rischio di scambio di contaminazione in ambito lavorativo è quindi da ritenere irragionevole un obbligo generico ed indiscriminato atteso che le ragioni dell’emergenza non possono non tenere conto dell’effettivo rischio e delle differenziazioni di una attività rispetto ad un’altra.
È di tutta evidenza che l’esenzione dei soli soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di una certificazione rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Salute (comma 3 dell’art.lo 3) non tiene conto di quell’unico fattore determinante che è il rischio del contagio.
E’ illogica la mancata esenzione dall’obbligo per quei soggetti che operano in totale assenza di rischio di contagio in ambito lavorativo, soggetti per i quali l’obbligo si tramuta in un irragionevole gravame sanitario capace non solo di limitare il suo diritto al lavoro, ma anche di far scemare le disponibilità di strumenti di prevenzione quali sono i tamponi esplorativi.
Tale genericità si sostanzia anche in una inammissibile compressione del diritto al lavoro il cui pregiudizio non può prescindere dalla effettiva esposizione allo scambio virale tra persone in ambito od occasione lavorativa.
* * *
Tutto ciò esposto, i ricorrenti,
chiedono
di essere sentiti ai sensi e per gli effetti dell’art.lo 18 della legge 689/81 per vedere archiviare il procedimento a loro carico.
Si producono:
- Verbali ricevuti;
- visura camerale del datore di lavoro ed elenco delle attività svolte dal dipendente e relativa documentazione probante la totale assenza di contatti con terzi durante il lavoro;
- copia fotostatica dei documenti di identità e codice fiscale dei ricorrenti
In _________________ in data _________________
Sottoscrivono i ricorrenti
Sig. _________________________ Sig. _________________________
Se il Prefetto non accoglie la richiesta di archiviazione ed emette l’ordinanza ingiunzione ci saranno poi solo 30 giorni di tempo per fare ricorso al Giudice di merito.

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