Colloquio di lavoro? Vademecum per il datore di lavoro


In un mondo in cui le competenze si evolvono rapidamente e la competizione sul mercato del lavoro diventa sempre più intensa, il colloquio di lavoro rappresenta uno dei momenti chiave nella carriera di un individuo. È l’opportunità per il candidato di brillare, di mostrare non solo le proprie competenze tecniche, ma anche il carattere, i valori e la passione.
Per le aziende, è la finestra attraverso la quale valutare se un potenziale dipendente si adatterà alla cultura aziendale e contribuirà al successo dell’organizzazione. Non è soltanto un formale scambio di domande e risposte, ma un delicato balletto in cui entrambe le parti cercano di capire se possono intraprendere un viaggio professionale insieme.

Pertanto, prepararsi adeguatamente per questo momento cruciale è essenziale, sia per un datore di lavoro in cerca del talento perfetto, sia per un candidato pronto a intraprendere una nuova sfida professionale.

Soprattutto dal punto di vista dell’azienda che assume, durante un colloquio di lavoro risulta quanto mai fondamentale impostare al meglio le domande da rivolgere al papabile candidato, non solo per valutare competenze e propensione verso i requisiti richiesti, ma anche per non incappare in violazione della privacy o problematiche discriminatorie.

Come prepararsi al meglio per l’intervista

Gestire un colloquio di lavoro in modo efficace richiede una preparazione accurata e una chiara comprensione di ciò che si sta cercando in un candidato. Per questo abbiamo individuato cinque fasi che l’intervistatore dovrebbe considerare durante tutto il percorso di recruiting al fine di condurre un colloquio di assunzione produttivo.

Fase 1: La preparazione

Come prima cosa, è necessario studiare a fondo il curriculum vitae della persona che si sta per intervistare. Inoltre, è importante che l’ambiente dove si svolgerà il colloquio sia tranquillo e privo di distrazioni. L’intervistatore deve avere obiettivi chiari ed essere esplicito sulle competenze, le esperienze e le qualità personali che si stanno cercando.

Fase 2 Presentazione e domande generali

Per predisporre la giusta atmosfera, si consiglia all’intervistatore di rompere il ghiaccio presentandosi e descrivendo brevemente l’azienda e il ruolo per cui il candidato sta facendo il colloquio. Si passa poi alle cosiddette domande generali: “Raccontami di te.”,Perché sei interessato a lavorare per la nostra azienda?”, “Cosa sai della nostra azienda e del ruolo per cui stai facendo il colloquio?”, “Quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza?” potrebbero rappresentare un buon approccio.

Fase 3: Domande sulle competenze tecniche e sull’esperienza lavorativa

Durante un colloquio di lavoro è importante verificare sin da subito se il candidato possiede le giuste skill ed expertise atte a ricoprire la posizione vacante; domande del tipo “Descrivi un progetto che hai gestito e di cui vai particolarmente orgoglioso.”, “Quali strumenti/software conosci e sai utilizzare?”, “Come gestisci il multitasking o le situazioni con scadenze ravvicinate?”, “Descrivi una situazione in cui hai dovuto lavorare con un collega difficile. Come l’hai gestita?”, “Come gestisci il feedback critico?”, sono quindi perfette per appurarlo.

Fase 4: Motivazione e ambizioni

Dove ti vedi tra 5 anni?”, “Cosa ti motiva al lavoro?”: individuare le ragioni e gli obiettivi professionali a cui il candidato aspira è un ottimo mezzo per scoprire se sarà motivato e felice di alzarsi tutte le mattine per venire a lavorare.

Fase 5: La conclusione

Consigliamo poi di concludere l’intervista dando sempre un po’ di spazio alle domande del candidato – “Hai domande per me o sulla nostra azienda?” – e informandolo sulle prossime fasi del processo di selezione e sulle tempistiche previste.
Un ultimo piccolo suggerimento: ricordarsi di mantenere un atteggiamento aperto e ascoltare attivamente le risposte del candidato. La chiave per un colloquio di successo è creare un equilibrio tra il valutare le competenze tecniche e comprendere la personalità e l’adattabilità del candidato all’ambiente di lavoro.

Fase 6: Il confronto, se superato il colloquio, sugli aspetti salienti di quello che sarà il rapporto

Il candidato promette bene? Occorre subito coinvolgere lo stesso sul terreno della contrattazione ragionando sulla retribuzione da applicare, sulla qualifica e sulle mansioni senza trascurare i pro e i contro delle reciproche necessità. Importantissimo è soprattutto capire se nel tempo il candidato maturerà una professionalità tale da essere ambito dalla concorrenza. In questo caso si consiglia caldamente di prendere in considerazione la stipula di un adeguato patto di non concorrenza. Un patto ben normato contrattualmente e retribuito in modo tale da mettere l’azienda al sicuro da future speculazioni che altri imprenditori potrebbero attivare.

Occorre, in sintesi, assicurarsi nel tempo la collaborazione degli uomini chiave e delle professionalità pregiate.

 

Colloquio di lavoro – cosa non chiedere (assolutamente) ad un candidato

Tutto questo deve esser fatto senza esporre l’intervistatore alla violazione della privacy o a un’accusa di discriminazione.
Cominciamo con quelle relative allo stato civile e alla vita privata. Domande quali “Sei sposato/a?”Hai figli o hai intenzione di averne?”, sono assolutamente vietate, perché porle implica la violazione dell’art. 27 del Codice sulle pari opportunità.
Passiamo poi alla questione dell’età: è altrettanto vietato chiedere quanti anni si hanno o l’anno di nascita; l’unica cosa consentita è verificare il requisito della maggiore età.
Altra richiesta che potrebbe far incorrere nella violazione del d.lgs. 215/2003, – “per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica” –  è quella in merito appunto all’origine etnica della persona. Per questo, domande del tipo “Di dove sei originario/a?” o “Qual è la tua razza?” sono proibite.
Stessa cosa vale per la religione: chiedere alla  persona se vada alla messa regolarmente o osservi il Ramadan viola l’articolo 8 dello Statuto dei lavoratori (L. 20 maggio 1970, n. 300).
Non è poi consentito informarsi in merito al suo stato di salute o a un’eventuale disabilità; eccezione a questa regola è se l’intervistato fa parte delle categorie protette, ma in questo caso, le informazioni essenziali sono già presenti nel suo C.V.
Tutte le richieste relative all’orientamento sessuale e all’identità di genere di un candidato non solo sono del tutto irrilevanti per caratterizzare professionalmente un individuo, ma potrebbero anche metterlo a disagio e quindi compromettere la riuscita dell’intero colloquio di assunzione.
Per chi hai votato alle ultime elezioni?”,Hai aderito a qualche sindacato?”, “Cosa ne pensi del lavoro svolto fino a questo momento dalla giunta comunale?”: richieste di questo tipo che mirano a svelare l’ideologia politica di un candidato o le sue opinioni in merito ad una qualche legge o amministrazione pubblica sono assolutamente vietate.
A meno che non siano necessarie a determinare le competenze tecnico-professionali di un candidato, domande sull’impiego precedente relative, ad esempio, a quanto ammontava il salario o al motivo per cui si è giunti alla cessazione del rapporto lavorativo, non devono essere poste.
Anche indagare riguardo il lavoro svolto dai genitori, così come la condizione economica della famiglia di origine va contro il diritto all’intimità sancito dal Decreto sulle Pari opportunità.
Infine, informarsi sulla situazione finanziaria personale con domande del tipo “Hai mai dichiarato bancarotta?”, “Hai debiti?”, viola la privacy dell’individuo.

 

 

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