Avviso di Addebito INPS. Quanto tempo c’è per fare opposizione?


L’avviso di addebito dell’INPS normalmente viene inviato alle imprese via pec mentre ai privati, che normalmente non sono iscritti all’anagrafe delle pec (INI PEC), la notifica viene effettuata per posta.

L’importanza della data di notifica dell’avviso di addebito INPS

Una delle cose più importanti, quando si vogliono far valere ragioni che in tutto i in parte si ritengono sostenibili ovvero quanto si ritiene di essere stati vittima di pretese ingiuste, è verificare con estrema esattezza la data di avvenuta notifica.

La data di avvenuta notifica è importantissima perché alla stessa sono legati gli effetti giuridici dei termini e delle conseguenze dell’atto notificato.

Avviso di addebito: i termini per ricorrere

I termini per il ricorso iniziano a decorrere non da quando il destinatario ha letto il contenuto dell’atto, ma dalla data di notifica.

Se, per fare un esempio, l’atto è stato ricevuto con PEC è necessario risalire alla PEC la cui data costituirà il termine di riferimento al fine del calcolo delle giornate da conteggiare.

Noi sappiamo che, da codice civile, il termine si comincia a contare dal giorno successivo e che se scade di domenica o festivo lo stesso può slittare (vedasi anche l’art.lo 2963 del codice civile).

I motivi del ricorso

I motivi del ricorso sono importantissimi perché rilevano ai fini dei termini; a volte il termine è di 20 giorni e non di 40.

Facciamo qualche esempio.

Motivi formali; se il motivo che riteniamo di far valere è di tipo formale (es. nullità del ruolo, difetto di forma, carenze formali di varia natura) il termine di 40 giorni previsto dal Decreto Legislativo 46/99 solitamente indicato nell’avviso di addebito deve essere considerato ridotto a soli 20 giorni anche se nelle avvertenze questo non è stato specificato.

Quando oggetto dell’opposizione sono questioni formali facilmente dimostrabili (per esempio totale carenza di requisiti formali previsti a pena di nullità) la causa potrebbe esaurirsi anche in una sola udienza.

Altri motivi di opposizione che vanno più alla sostanza, come ad esempio l’infondatezza o la prescrizione di tutta o parte della pretesa, richiedono sicuramente di entrare nel merito delle questioni per tutta una serie di aspetti dei quali il giudice deve conoscere prima di tutto i fatti; solo dopo applicherà il diritto.

Motivi sostanziali; sono le questioni di merito, per fare qualche esempio possiamo citare i casi in cui l’INPS ha annullato il rapporto di lavoro con un parente od un convivente addebitando per l’attività da questo svolta una diversa contribuzione come ad esempio il contributo IVS come collaboratore familiare, quando l’INPS ha trovato sul posto di lavoro una persona che ha qualificato come dipendente, quando un lavoratore ha denunciato di essere stato assunto prima della sua regolarizzazione, quando l’INPS considera un appalto non regolare, quando l’INPS ha revocato i benefici contributivi adducendo un durc irregolare, quanto l’INPAS revoca i benefici contributivi adducendo la mancata osservanza del contratto collettivo che ritiene legittimo, quando l’INPS ricostruisce l’imponibile basandosi sulla contribuzione virtuale (questo avviene per esempio in edilizia), quando l’INPS qualifica diversamente un lavoratore attribuendogli un livello superiore, quando l’INPS attribuisce un lavoratore ad un’azienda anziché a quella che lo ha assicurato, quando l’INPS pretende il pagamento in solido dei contributi assicurativi e previdenziali nei casi di appalto o subappalto ecc…

Come fare per presentare ricorso

Occorre considerare che una volta notificato l’avviso di addebito i tempi del dialogo sono finiti; salvo che in tempi brevissimi il professionista che segue il contribuente non riesca a far annullare tutto il ruolo e non solo una parte.

Se anche si dovesse riuscire ad ottenere una sospensione da parte dell’INPS occorre ricordarsi che se dopo 40 giorni dalla data di notifica l’INPS revoca il provvedimento il termine per il ricorso non risente della predetta sospensione. Una volta spirato ha prodotto i suoi effetti definitivi e non più contestabili fatto solo il caso di una decisione in autotutela ai sensi della legge 241/90.

Quali sono gli effetti prodotti dalla notifica dell’avviso di addebito

L’effetto più immediato, decorsi 40 giorni senza che sia avvenuto il pagamento o disposta la sospensione del ruolo, è la possibilità che hanno gli uffici della riscossione di agire nei confronti del debitore attraverso le note attività esecutive come pignoramento dei conti correnti ecc…

Oltre alla decorrenza dei termini gli effetti della notifica dell’avviso di addebito sono rilevanti anche ai fini del DURC che ne può risultare compromesso ove l’esecutività del ruolo non venga sospesa.

Quali sono le attività difensive da attivare immediatamente

Di fronte a tali eventualità occorre coltivare fin da subito una doppia finalità difensiva, ovvero da un lato il merito con ogni sua possibile variante di difesa in termini probatori e processuali e dall’altro ogni altra ragione che consenta di sostenere in pieno quei gravi motivi necessari ad articolare con sufficiente fondatezza una richiesta di sospensione dell’esecutività del ruolo.

La sospensione dell’esecutività del ruolo da ottenere possibilmente con un provvedimento del giudice è un obiettivo non secondario per la sua rilevanza in corso di causa.

Ci si può anche affidare ad un professionista che cerchi di trovare una soluzione attraverso il dialogo con l’ente, ma questo è sempre opportuno che avvenga senza togliere fiato alla preparazione della difesa in ambito legale. Il rischio di una revoca amministrativa in assenza di un provvedimento giudiziale potrebbe essere tale da compromettere la posizione aziendale.

Se il ricorso è depositato nei termini ed il professionista che cura il dialogo con l’INPS riesce ad ottenere un risultato anche solo parziale del relativo sgravio si terrà poi conto nel corso del processo, ma se il termine per ricorrere è stato in tutto o in parte consumato per una trattativa che non ha dato risultati, l’unico che avrà perso l’opportunità di difendersi con ogni dovuto approfondimento saranno il contribuente e l’avvocato.

Un classico caso è quello del cliente che si rivolge all’avvocato una volta trascorsi 37 giorni dalla data di notifica e si presenta con un avviso di addebito di qualche centinaio di migliaia di euro ed un verbale di 187 pagine delle quali le prime 27 relative alla descrizione dei fatti. Cosa dire?

Avviso di addebito Inps: il nostro suggerimento

Si deve lavorare tutti in parallelo.

Il professionista delle paghe coltiverà il dialogo con l’ente senza mai tuttavia consumare nei confronti dell’avvocato i ristretti termini di 20 o 40 giorni concessi dalla legge per la predisposizione ed il deposito degli atti necessari a far riconoscere l’infondatezza della pretesa contributiva e/o sanzionatoria.

E’ importante comprendere fin da subito che la procedura impone di rivolgersi al giudice e che ogni altra alternativa (salvo quei rarissimi casi in cui vi sia la possibilità di risolvere in tempi brevissimi la questione per via amministrativa) può essere causa di ritardo nella difesa.

Si deve infatti tenere conto del fatto che anche per uno studio che si occupa solo di questo tipo di questioni non sempre è facile ricostruire complessità fattuali tenendo conto che spesso si tratta di casi in cui le radici delle pretese sono contenute in verbali ispettivi chilometrici, articolati, complessi e riguardanti decine di distinte posizioni giuridiche.