L’Agenzia delle entrate dice la sua sul complesso sistema di valutazione
E’ sempre più caotica la giungla dei bonus elargiti con l’apparente titolo di crediti di imposta di cui tanti contribuenti hanno cercato di usufruire o approfittare.
Il contenzioso con INPS, INAIL e INL è quello che di solito ci interessa, ma a volte ci sono argomenti che sono attrattivi per chi è abituato a dare uno sguardo non tanto alla staticità delle disposizioni normative, quanto alle loro prevedibili evoluzioni dinamiche.
Che ci si trovi di fronte ad una svolta epocale della finanza pubblica lo si comprende per il fatto che, una volta esaurita l’enfasi iniziale, l’incertezza comincia a regnare su tutto; e l’incertezza nell’ambito di argomenti come quello delle tasse, significa elevato rischio amministrativo, tributario ed anche penale.
Delle conseguenze penali ci eravamo già occupati appena pochi mesi fa parlando del rischio di un processo penale e delle sue probabili conseguenze.
Attualmente, giusto per non far prendere con troppa leggerezza l’argomento, la circolare n. 23/E del 23 giugno 2022 dell’Agenzia delle Entrate ci ricorda, con 134 pagine di ulteriori precisazioni rispetto a quelle già fornite fino a adesso.
Secondo l’Agenzia delle Entrate le operazioni di riconoscimento dei crediti da parte istituzionale richiedono una diligenza di tale levatura che non sempre gli operatori privati potrebbero essere in grado di dimostrare e, ovviamente, le conseguenze potrebbero essere non solo pesanti, ma anche concatenate.
Come dicono gli assicuratori ed i broker: occorre sempre valutare il rischio, per crediti di imposta e Superbonus
Non è il caso di addentrarci troppo nel rischio specifico essendo sufficiente verificare la complessità delle 134 paginette della circolare n. 23/E del 23 giugno 2022 per capire che stare con certezza dentro le regole è possibile solo se non arrivano controlli; in caso contrario il contribuente si trova fino alla fine del percorso accertativo, in balia dell’incertezza.
La circolare ripercorre alcuni passaggi normativi facendo chiarezza (o almeno tentando di farla) sui soggetti che possono fruire del superbonus, degli edifici interessati, delle tipologie di interventi, delle spese ammesse alla detrazione, dell’opzione dello sconto in fattura e, infine, degli adempimenti procedurali e burocratici.
Tutta roba che se passa dalla scrivania dei tecnici a quella dei giuristi provoca dolori.
Questo studio non si occupa di superbonus, ma ha avuto spesso a che fare con questo tipo di strumenti soprattutto trattando con l’INPS, non sempre disponibile ad accettare la compensazione dei crediti fiscali con quelli contributivi.
Alla questione avevamo dedicato qualche attenzione che con l’occasione riteniamo interessante riproporre – alla luce della sempre più complessa introduzione di strumenti particolarmente attrattivi ed al tempo stesso pericolosamente rovinosi per chi dovesse trovarsi ad avere contenziosi con la pubblica amministrazione – con argomenti di adeguata riflessione in ordine al nuovo sistema.
Un nuovo sistema che quasi consente al privato di stampare moneta circolante quale diventa il credito di imposta che passa da una mano all’altra con estrema facilità; un sistema che, nel giro di pochissimo tempo e sulla base di poche spicciole formalità, è in grado di trasformare un disattento contribuente in un pregiudicato condannato e spogliato di ogni avere in quanto divenuto “evasore” e tutti coloro che si sono a lui affidati, senza troppi approfondimenti e senza affidarsi a professionisti adeguatamente competenti, in soggetti concatenati che devono rendere conto con relativo effetto domino legato alle sorti del titolo originario.

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